Sono molte le regioni in Europa a chiedere sia Autonomia sia Indipendenza. A memoria ricordiamo la Scozia (5,2 milioni di abitanti e 78 mila kmq) e la Catalogna (regione di circa 7,5 milioni di abitanti, territorio di 32 mila Kmq), e nelle ultime elezioni politiche anche il Veneto col Movimento Indipendentista Veneto.

Oggi invece il Veneto chiede maggiore “Autonomia”, in armonia con la norma Costituzionale Art. 167, Titolo Quinto, in pratica 20 poteri demandati dallo stato centrale alle regioni.

Ecco l’elenco delle materie di legislazione concorrente, con lo Stato sulle quali il Veneto andrà a trattare col Governo Centrale:

  1. rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni;
  2. commercio con l’estero;
  3. tutela e sicurezza del lavoro;
  4. istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
  5. professioni;
  6. ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
  7. tutela della salute;
  8. alimentazione;
  9. ordinamento sportivo;
  10. protezione civile;
  11. governo del territorio;
  12. porti e aeroporti civili;
  13. grandi reti di trasporto e di navigazione;
  14. ordinamento della comunicazione;
  15. produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
  16. previdenza complementare e integrativa;
  17. coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
  18. valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
  19. casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;
  20. enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.

Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Nell’ottica di una moderna teoria socio-economica, la questione dell’Indipendenza e dell’Autonomia è incardinata in due-tre principi chiave:

a. Oggi non possono sopravvivere i piccoli stati e i ‘grandi animali’
b. In un paese ci dovrebbe essere Centralizzazione Politica e Decentralizzazione Economica
c. Una società, nel vero senso del termine è una comunità di persone aventi medesimi obiettivi

I piccoli Stati e i “grandi animali” oggi non potrebbero sopravvivere, poiché sono cambiate le condizioni socio-economiche. Quasi nessuno stato al mondo è privo di debiti, anzi siamo tutti sommersi da un oceano di debiti. Se la Scozia, grazie al petrolio del Mare del Nord potrebbe essere autonoma dal punto di vista economico, una volta finito il greggio, che fine farà? Ecco che la razionalizzazione della struttura POLITICA delle nazioni dovrebbe percorrere altre strade. Sarkar propone la costituzione di Zone Socio-Economiche (ex nazioni), basate su diversi parametri socio-economici, ma in generale sulle similarità culturali, lingua, tradizioni, e territorio adeguato. Quindi i piccoli stati potrebbero “federarsi” con i paesi di appartenenza.

Centralizzazione politica: è necessario un legante comune per una società omogenea e questo è costituito dalla Costituzione e da tutti i principi comuni. L’unità politica crea un sentimento comune in ciascun paese, elemento chiave per poter attuare tutti i necessari programmi di sviluppo. In un paese diviso, le lotte intestine e gli attriti interni, sono deleteri per lo sviluppo integrato della società.

Decentralizzazione Economica: secondo la teoria economica PROUT, la centralizzazione del potere economico e la centralizzazione delle aree produttive, non permette lo sviluppo a 360 gradi della società. permarranno aree sviluppate e non sviluppate. Il caso della Catalogna, del Piemonte, della Scozia sembra attestare questo concetto. E’ necessario decentralizzare le decisioni economiche, nelle mani di chi lavora e decentralizzare la dislocazione delle aziende produttive ove siano presenti le materie prime.

Una soluzione alla crisi regionale: potrebbe essere, per l’autonomia, il sistema innovativo di tassazione proposta dalla teoria economica PROUT.

  1. Le tasse dovrebbero essere raccolte presso la Provincia di residenza, non dal Ministero centrale
  2. Il 50% delle tasse sono trattenute dalla Provincia e distribuite ai comuni
  3. Il 15% è devoluto alla Provincia se questa esiste
  4. Il 10% devoluta alla regione di pertinenza se questa esiste
  5. Il rimanente 25% va allo stato e lo stato deve farcela con questo ammontare, salve eccezionali situazioni.

Indichiamo la Provincia come destinataria del 50% delle tasse, poiché la politica economica proutista ritiene le provincie essenziali per l’organizzazione locale, mentre le amministrazioni regionali potrebbero avere un ruolo meno importante e in alcuni casi essere soppresse.

Gli stati nazionali devono essere riformati nella loro struttura sociale e confini territoriali. Di seguito ai concetti più sopra espressi dovremmo costituire delle Zone Socio-Economiche omogenee e autosufficienti, con una popolazione legata da sentimenti comuni. Il caso dei Curdi: sono divisi tra 4 stati, Turchia, Siria, Iran, Iraq, una divisione territoriale realizzata a caso dagli inglesi, prima della ritirata dal Medio-Oriente. I Curdi hanno diritto ad uno stato per la propria popolazione, quindi ad un territorio adeguato. Questa viene definita da P.R. Sarkar Zona Socio-Economica

In Italia il Tirolo, che è stato sottratto all’Austria, potrebbe tornare a far parte dell’Austria, l’Istria che era italiana, potrebbe ritornare all’Italia…

Sta di fatto che regioni che oggi vorrebbero diventare indipendenti, potrebbero trovarsi domani a dover affrontare problemi più grandi delle loro capacità di rosolverli. 

 

Forze centrifughe: Indipendenza e Autonomia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *